Il teatro: perché farne un linguaggio formativo
Semplice, perché il teatro è formazione. E’fatto di ruoli, risorse, tempi da rispettare, limiti da esplorare e superare, è fatto di parole e silenzi e semplici gesti. Il teatro e le attività outdoor sono le prime forme conosciute di formazione oltre l’aula. Le prime metafore utilizzate nella formazione aziendale per rinforzare quegli aspetti che la formazione tradizionale non riusciva a toccare se non superficialmente. Nel teatro è facile ( più intuitivo che con altre metafore ) individuare tre ambiti di allenamento: CREATIVITA’, COLLABORAZIONE e CONSAPEVOLEZZA.
E col teatro lo si vive in modo fisico, tangibile, in prima persona. Ed aiuta il partecipante a ri-scoprire una serie di risorse fondamentali che il più delle volte non conosciamo appieno.
Partiamo dalla considerazione che le parole trasmettono solo una piccola percentuale delle informazioni, a saperle usare; il resto è lasciato ai gesti, al tono di voce, al viso. Le emozioni traspaiono da come utilizziamo gli spazi, dai segni, dai suoni utilizzati e dal contatto fisico…da come percepiamo il nostro spazio e quello dei colleghi, inizialmente studiando le distanze e poi semplicemente “sentendole”.
Il lavoro attoriale è proposto per preparare chi dovrà parlare in pubblico, chi dovrà gestire risorse umane, chi si trova ad avere sotto e sopra tutto un sistema con cui interagire. E ci permette di farlo con senso di avventura, divertimento ed emozione, pilastri su cui costruire tutte le diverse esperienze che bonariamente le aziende mi affidano da qualche anno.
In sintesi l’approccio esperienziale propone l’utilizzo del corpo e della fisicità come strumento per comunicare e relazionarsi con più efficacia: il pubblico diventa attore, il divertimento diventa training, l’azione diviene comunicazione.