About: chi sono

Chi sono io...  mi riassumo un po':

 

Quasi trenta anni fa or sono mi sono ritrovato a chiedermi chi fossi, cosa volessi ... insomma tutte quelle domande che ti fai a venticinque anni. Avevo due anime  forti e contrapposte da non saper/poter scegliere... cosa fare di tutta quella propensione creativa (che poi è sensibilità)  e come abbinarla a quelle capacità sviluppate attraverso l'educazione genitoriale. La capacità di focalizzarmi sugli obiettivi, di analizzare, progettare, perseverare, mettere a sistema per intenderci mi è  stata trasmessa da un educazione dura. Quasi militare. A tratti vissuta come una forzatura, oggi una delle grandi fortune che riconosco.

E'una storia fatta di difficoltà, lutti e mancanze che ti risparmio. Come la vita di tanti. Che non nascondo però, perché oggi trovo in quei periodi difficili la spinta emotiva che ha dato via alla mia storia professionale. Che mi ha restituito delle soddisfazioni eccezionali, inaspettate.

Spesso in quei momenti che consideriamo la fine di tutto, si celano in realtà nuovi inizi straordinari.

Tutto è cominciato quando mi arrivò una chiamata da una società  di formazione, anzi mi chiamò Vittorio (Vittorio Simonelli il vero padre delle attività musicali nel training in Italia), uno dei primi ad osare realmente con metodi innovativi...  è così che sono entrato in contatto con la formazione esperienziale. In quel periodo lavoravo per una società importante di promotori finanziari e suonavo nei Mitokasamba prima orchestra brasiliana nata in Italia. Il format proposto da Vittorio aveva l'ambizione di fare suonare i partecipanti fino a farli esprimere come orchestra. Mi si proponeva un incarico in cui avrei potuto unire la passione per la musica ed il lavoro. Il cuore scelse subito. 

Da allora collaboro con praticamente tutti Top Brand, con Direzioni di aziende incredibili... quelle che fanno parte della nostra vita. Quelle che ci accompagnano nei gesti quotidiani ed in quelli speciali. Da allora ho avuto il privilegio di lavorare con migliaia di professionisti  da tutto il mondo. Oltre 200 brand alcuni seguiti anche per diversi anni.  Pensa quanta energia. Quanto scambio di informazioni. Quanta empatia sperimentata sul campo. 

E' un lavoro fatto innanzitutto di studio e sperimentazione. Di ricerca di codici comuni in linguaggi diversi. Musica, pittura, arti marziali, teatro, profili psicologici, analisi dei comportamenti di un team. occorre studiare, tanto. Sempre. Recentemente un cliente che mi conosce da anni mi ha chiesto da cosa ricavo tutta questa passione che mi fa agire come fosse una prima avventura. Ho capito che sono innamorato del mio lavoro e questo per i partecipanti. Amo sorprenderle con risultati inattesi. Amo spostare il  limite percepito: è fantastico come cambino i volti da quando salgo sul palco all'inizio, a quando aspettano di uscire dalla sala per salutare e ringraziare. Non parlo di ego ovviamente, ma della consapevolezza che molti sanno trasmetterti alla fine, è ogni volta un regalo.

Ecco cosa faccio nella vita: regalo esempi di un momento di conquista, evidenziando comportamenti utili e non, lasciando un nuovo ricordo inaspettato delle possibilità che ci aspettano nel NON CONOSCIUTO. In questo diventa sempre più importante la capacità di riconoscere le proprie emozioni, di imparare ad accettare la propria vulnerabilità davanti al nuovo.

Uso l'arte come linguaggio : progetto esperienze.

Libri preferiti? Rispondo così, di pancia. Una biblioteca considerando che me ne divoro un paio al mese  ... ti dico i primi due fondamentali da ragazzo: Il Piccolo Principe di Saint Exupery ed Histoire de ma vie di Giacomo Casanova. Il primo lo conosci di certo e se non è così rimedia subito, OGGI STESSO!!!

Il secondo è la biografia di un uomo che ha amato intensamente la vita (non semplicemente il genere femminile come si può pensare) mettendo passione in ogni azione. Era anche persona di grande ingegno, che ha messo a disposizione delle sue avventure.

Grazie a mio padre ho conosciuto e mi sono perso nei viaggi di Carlos Castaneda, cito a memoria: "Il potere del silenzio", "Una realtà separata", "Viaggio a Ixtlan: le lezioni di Don Juan". Poi "Jules e Jim"regalo con dedica di una volontaria ospedaliera con cui ho condiviso un periodo di grandi lezioni.

"Aspettando Godot" di Becket, che non mi è piaciuto eppure mi è stato così utile. Chiuderei con Hermann Hesse capace di emozionarmi fino a farmi capire percezioni che non riuscivo a definire. Siddharta, Narciso e Boccadoro, La cura...  Non posso dimenticare "Il profeta " di Kipling.

Scendendo un po' più in verticale nel mondo del lavoro credo che i primissimi libri mi abbiano assolutamente aiutato a trovare la mia strada.

Direi fondamentali Goleman e la sua "Intelligenza emotiva", Dale Carnagie con "la Scimmia Nuda" (non parlatemi di San Remo per favore) o "Come trattare gli altri e farseli amici" titolo osceno per quello che è stato considerato un manuale di riferimento per anni per i grandi manager americani  , Antony Robbins probabilmente il più famoso motivatore al mondo, Richard Sennet col suo Insieme. "La vendita del valore business to business" di Riccardo Varriale che ho avuto il privilegio di vedere in azione più  volte. "Comunicare: introduzione ai processi psicologici della comunicazione" di S. Nuccio Leotta , "Role Playing " di Sergio Capranico. Poi non posso dimenticare il periodo di "Messaggio per un'aquila che si crede un pollo" di Anthony De Mello. Quindi "Il TAO del Management" di Bob Messing e per finire questa prima lista " di pancia" direi " Uno per tutti e tutti per uno: l'arte di lavorare in team" di Ken Blanchard.

Ho preso una certificazione per profili di personalità legata alla leadership ed alla collaborazione con il metodo Hogan: tra le altre cose calcola la Dark Side. Cioè come sono percepite le nostre abilità quando siamo in determinate condizioni (stress, noia, troppa confidenza, paura, etc etc). Il profilo è individuale e di team. Ed ho scoperto un mondo nuovo. Questo permette di creare esperienze realmente tarate su "quei partecipanti". Affascinante. Il futuro sarà  sempre più di esperienze prodotte a misura di team.

Sono coach certificato e il lavoro individuale è una scoperta del periodo covid.

Da allora lavoro anche come coach sul public speaking ed è un percorso affascinante perché permette di osservare i cambiamenti nelle persone in termini di sicurezza, consapevolezza e reale cambio di mindset.

Sperimento  tante cose, fondamentalmente perché sono curioso: mi piace imparare e scoprirmi rinnovato. Sperimento in prima persona, studio e poi cerco i collegamenti con le realtà organizzative. Prima però devo vivere le difficoltà sulla mia pelle. Nei corsi sono l'anello mancante tra i super professionisti con cui collaboro ed il partecipante. Il mio compito di solito è introdurre nella metafora e guidare i collegamenti tra questa ed il quotidiano. Il mio lavoro è anche e soprattutto mettere in condizione il mio team di poter lavorare bene.

Questo ha portato a sviluppare TANTI ME. Per ogni attività mi calo in un me differente: mi rendo conto suoni un po' da dissociato, ma funziona. E'un po' come il mestiere attoriale in cui ti immedesimi tanto da diventare il personaggio ( è una delle scuole di pensiero, e fa al caso). Diciamo che faccio il contrario: prima entro nella parte, poi creo la sceneggiatura. Prima di chiedere a perfetti estranei di fidarsi, devo conoscere la materia. Tanto e bene. E'un nostro dovere.

Non ho paura di essere deciso , a volte ho una maschera fin troppo seria. Me ne accorgo dai filmati.  E'in realtà pura concentrazione. Ed un problema agli occhi che mi fa soffrire di emicrania oftalmica davanti a fonti di luce importanti. Immagina lavorare su un palco che è innanzitutto luci puntate.  Questo è un punto di miglioramento importante.

Guidare delle esperienze ha delle responsabilità enormi.

Il mio lavoro è speciale,  fatto di momenti che non dimenticherò mai. Espressioni, ansie, sorrisi, boati, silenzi, musica, forme, natura, comportamenti, risate, emozioni. La mia professione è speciale, perché è fatta di PERSONE.  Per le persone , con le persone. Si incontro il professionista ma lavoro con la persona. Questo è semplicemente dato dal fatto che i nostri format lavorano su quelle abilità che riguardano la persona. Le famose soft skills. Ed è la mia vita. Sono io.

Il mio motto? " Non perdo mai: o vinco o imparo" (cit. Nelson Mandela).

 


L'importanza delle ABILITA' TRASVERSALI ( basta chiamarle soft skills )

 

E' da  tempo che non scrivo su questo blog. Gli anni del COVID sono  passati lasciando dei segni importanti in ciascuno di noi, nella società tutta, nella capacità e necessità di relazionarsi. Nel linguaggio. Nelle immagine. Nelle emozioni.

Capire il cambiamento quando si è parte di questo è davvero complicato. E' tremendamente difficile. Eppure c'è qualcosa che ci può aiutare a capire quanto si sia già modificato intorno e dentro di noi. Sono le PAROLE che usiamo. Quelle che diventano di moda in certi periodi.  Le PAROLE CHIAVE che sono tipiche di ogni epoca e trend all'interno di questa. Che definiscono il PENSIERO di un individuo e della SOCIETA' TUTTA.

PENSA: solo ora ci stiamo riappropriando del senso ottimistico e bello della parola POSITIVO. Per anni è diventata sinonimo di disagi concreti, e prima ancora  di PAURA. Il DISTANZIAMENTO è un altra parola che è diventata di frequenza quotidiana. Con valore di disposizione di legge. WEB MEETING e SMART WORKING altre parole diventate virali. Adesso si parla di A.I. e purtroppo di GUERRA, DISTRUZIONE, NEGOZIATI ma non è  questo il contesto per affrontare questi ultimi tristi temi.

Tornando al lavoro in presenza dopo quasi tre anni era ovvio che trovassimo le persone cambiate, ma nel primo anno ha sempre vinto la celebrazione della possibilità di stare insieme nuovamente. Quindi alcuni aspetti si notavano ma erano sotto traccia.

In sintesi oggi nelle diverse aule vedo persone che non stanno bene nel lavoro che fanno. E' una percezione trasversale. Certamente definizione edulcorata, la verità che le persone stanno male. Lavoro con aziende importanti, alcune le più importanti nel proprio settore. Lavoro con aziende più piccole, meno conosciute. In cui la dimensione è o dovrebbe essere a misura d'uomo. La sensazione di profondo disagio nelle  persone è trasversale. Riguarda tutti. Se non qualche eccezione fortunata.

Quello che noto è una sempre minore capacità di ASCOLTO e quindi di EMPATIA. Qui sono protagonisti i tempi intesi come velocità di  esecuzione, attenzione, risposta. Viviamo ad una velocità distonica rispetto ad abilità come l'ascolto o la capacità di stare in equilibrio. Ansia come inevitabile compagna di viaggio.

Ci siamo abituati a stare lontani dagli altri, a sbrigarcela da casa. Risultato ( oltre alle comodità evidenti, tra cui risparmio e sicurezza ) che i team devono RIALLENARSI a stare e PERFORMARE insieme. Abbiamo una soglia di attenzione molto più flebile, e quindi ci ascoltiamo di meno. Pensa ci giochiamo il possibile  approfondimento da parte del nostro interlocutore nei primi 3 SECONDI.

L'osservazione quindi  è superficiale, non scende in verticale. Così ci troviamo  a confondere fatti verificati con fatti semplicemente creduti.

Vediamo come totalmente NOSTRI problemi che in realtà sono della squadra,  quindi così tanto più leggeri di quanto percepiamo. Questo punto appare come feedback spontaneo in tutti i corsi.

Parliamo del senso di AGGRESSIVITA' che riscontro. Deduco che sia anche questo prodotto per l'alta velocità a cui viviamo, che crea ovviamente ansia, che abbassa la capacità empatica. Certo le guerre ed i morti di cui sentiamo nel quotidiano non fanno che lavorare dentro di noi alimentando tentazioni aggressive in un gioco schizofrenico in cui rimaniamo distrutti da immagini terribili e subito dopo stiamo sorridendo in un selfie. Tutto questo non gioca a farci stare bene.

Nel lavoro diventa importante dedicare del tempo a noi, ai nostri colleghi.  Riguardare i comportamenti. Decidere insieme nuovi codici. Imparare ad accettare la propria VULNERABILITA' e chiedere AIUTO. Dobbiamo imparare a stare vicini in senso nuovo.

A maggior ragione con l'avvento dell'A.I. di cui parleremo poi.

Lavorare sulle Skills for Life come le chiama l'OMS diventa oggi necessario quanto mai prima.

Ascolto, fiducia, responsabilità, capacità di comunicare, empatia, consapevolezza emotiva, creatività e capacità di risolvere i problemi. Capacità di collaborare, seguire un leader ed essere un leader. Saper affrontare un problema complesso, diventare indipendente nel compito. Sono  abilità che abbiamo più o meno tutti, questo è il tempo in cui renderle prioritarie e farle diventare oggetto di allenamento quotidiano.

Quindi la FORMAZIONE ESPERIENZIALE negli eventi come elemento motivazionale si benissimo. Ancora più utile creare dei percorsi in cui ci si alleni davvero e si acquisisca maggior consapevolezza di quello che siamo. Delle risorse che abbiamo. Di quanto siano queste importanti per rimanere in EQUILIBRIO.