L'importanza delle ABILITA' TRASVERSALI ( basta chiamarle soft skills )

 

E' da  tempo che non scrivo su questo blog. Gli anni del COVID sono  passati lasciando dei segni importanti in ciascuno di noi, nella società tutta, nella capacità e necessità di relazionarsi. Nel linguaggio. Nelle immagine. Nelle emozioni.

Capire il cambiamento quando si è parte di questo è davvero complicato. E' tremendamente difficile. Eppure c'è qualcosa che ci può aiutare a capire quanto si sia già modificato intorno e dentro di noi. Sono le PAROLE che usiamo. Quelle che diventano di moda in certi periodi.  Le PAROLE CHIAVE che sono tipiche di ogni epoca e trend all'interno di questa. Che definiscono il PENSIERO di un individuo e della SOCIETA' TUTTA.

PENSA: solo ora ci stiamo riappropriando del senso ottimistico e bello della parola POSITIVO. Per anni è diventata sinonimo di disagi concreti, e prima ancora  di PAURA. Il DISTANZIAMENTO è un altra parola che è diventata di frequenza quotidiana. Con valore di disposizione di legge. WEB MEETING e SMART WORKING altre parole diventate virali. Adesso si parla di A.I. e purtroppo di GUERRA, DISTRUZIONE, NEGOZIATI ma non è  questo il contesto per affrontare questi ultimi tristi temi.

Tornando al lavoro in presenza dopo quasi tre anni era ovvio che trovassimo le persone cambiate, ma nel primo anno ha sempre vinto la celebrazione della possibilità di stare insieme nuovamente. Quindi alcuni aspetti si notavano ma erano sotto traccia.

In sintesi oggi nelle diverse aule vedo persone che non stanno bene nel lavoro che fanno. E' una percezione trasversale. Certamente definizione edulcorata, la verità che le persone stanno male. Lavoro con aziende importanti, alcune le più importanti nel proprio settore. Lavoro con aziende più piccole, meno conosciute. In cui la dimensione è o dovrebbe essere a misura d'uomo. La sensazione di profondo disagio nelle  persone è trasversale. Riguarda tutti. Se non qualche eccezione fortunata.

Quello che noto è una sempre minore capacità di ASCOLTO e quindi di EMPATIA. Qui sono protagonisti i tempi intesi come velocità di  esecuzione, attenzione, risposta. Viviamo ad una velocità distonica rispetto ad abilità come l'ascolto o la capacità di stare in equilibrio. Ansia come inevitabile compagna di viaggio.

Ci siamo abituati a stare lontani dagli altri, a sbrigarcela da casa. Risultato ( oltre alle comodità evidenti, tra cui risparmio e sicurezza ) che i team devono RIALLENARSI a stare e PERFORMARE insieme. Abbiamo una soglia di attenzione molto più flebile, e quindi ci ascoltiamo di meno. Pensa ci giochiamo il possibile  approfondimento da parte del nostro interlocutore nei primi 3 SECONDI.

L'osservazione quindi  è superficiale, non scende in verticale. Così ci troviamo  a confondere fatti verificati con fatti semplicemente creduti.

Vediamo come totalmente NOSTRI problemi che in realtà sono della squadra,  quindi così tanto più leggeri di quanto percepiamo. Questo punto appare come feedback spontaneo in tutti i corsi.

Parliamo del senso di AGGRESSIVITA' che riscontro. Deduco che sia anche questo prodotto per l'alta velocità a cui viviamo, che crea ovviamente ansia, che abbassa la capacità empatica. Certo le guerre ed i morti di cui sentiamo nel quotidiano non fanno che lavorare dentro di noi alimentando tentazioni aggressive in un gioco schizofrenico in cui rimaniamo distrutti da immagini terribili e subito dopo stiamo sorridendo in un selfie. Tutto questo non gioca a farci stare bene.

Nel lavoro diventa importante dedicare del tempo a noi, ai nostri colleghi.  Riguardare i comportamenti. Decidere insieme nuovi codici. Imparare ad accettare la propria VULNERABILITA' e chiedere AIUTO. Dobbiamo imparare a stare vicini in senso nuovo.

A maggior ragione con l'avvento dell'A.I. di cui parleremo poi.

Lavorare sulle Skills for Life come le chiama l'OMS diventa oggi necessario quanto mai prima.

Ascolto, fiducia, responsabilità, capacità di comunicare, empatia, consapevolezza emotiva, creatività e capacità di risolvere i problemi. Capacità di collaborare, seguire un leader ed essere un leader. Saper affrontare un problema complesso, diventare indipendente nel compito. Sono  abilità che abbiamo più o meno tutti, questo è il tempo in cui renderle prioritarie e farle diventare oggetto di allenamento quotidiano.

Quindi la FORMAZIONE ESPERIENZIALE negli eventi come elemento motivazionale si benissimo. Ancora più utile creare dei percorsi in cui ci si alleni davvero e si acquisisca maggior consapevolezza di quello che siamo. Delle risorse che abbiamo. Di quanto siano queste importanti per rimanere in EQUILIBRIO.